mercoledì 26 marzo 2014

"MADRE CATTIVA O STREGA?"



Madre strega o storia strega?

Prendiamo sempre più coscienza che le madri cattive esistono e sono quelle donne
che non attivano nemmeno la solidarietà di genere.
Dalla società al privato la donna ha dovuto sempre lottare per il riconoscimento dei 
sui diritti e molto spesso per essere accettata in quanto donna e non maschio.
Sono state dure e dolorose tali lotte, ma, le più dolenti, penose e desolanti sono
quelle in famiglia, quelle che si ingaggiano con la propria madre contro i suoi 
favoritismi per il figlio maschio.  E’ frequente, è tremendo e fa male. !!!!
Di tutti gli errori educativi e comportamentali che i genitori possono commettere,
il favoritismo e il rifiuto sono i peggiori per le conseguenze che portano. 
  
       Ormai è noto, molti studi lo dimostrano, che le preferenze ed i favoritismi delle
 mamme non sono  un’idea distorta dei bambini gelosi.
Certo ci sono voluti anni di studi, ma soprattutto ci sono volute tante sofferenze di
donne, sorelle di maschi preferiti, per cominciare a mettere in dubbio un’aberrante 
costume sociale che affonda le sue radici nella notte dei tempi.
Oggi sappiamo che le preferenze dei genitori incidono negativamente sulla salute 
mentale e spesso generano comportamenti problematici nei bambini, negli 
adolescenti e nei giovani e come tali conseguenze possono perdurare anche in età 
avanzata.
Una mamma che manifesta predilezione per uno dei suoi bambini lascia dei segni
indelebili sull’altro figlio che potrebbe persino sviluppare sintomi depressivi da adulto. 
Non occorre l'intenzionalità da parte dei genitori perché il bambino si senta rifiutato. 
      Il mancato amore dei genitori non si cancella e non si appaga, lascia un vuoto
incolmabile e spesso si traduce, in età adulta, in depressione, e/o in bisogno 
esasperato di amore senza condizioni sulla figura di riferimento più vicina che
normalmente è il coniuge.
I risultati degli studi effettuati hanno portato a nuove modalità terapeutiche per le 
professioni che si occupano di patologie legate alla famiglia.
      Oggi sappiamo quanto sia importante che i genitori  trattino i figli allo stesso modo.
Le preferenze delle mamme sono diventate una specie di tabù  e già dobbiamo 
attrezzarci per le nuove esigenze relazionali perché nelle famiglie monoparentali le 
condizioni dei rapporti tra madre e figli sono molto diverse dal passato.
       Spesso accade che i comportamenti relazionali vengono tramandati di
generazione in generazione, quasi a creare una tradizione di famiglia, questo non 
significa che tali genitori non amano i loro figli, ma semplicemente perché non 
conoscono altre strategie comportamentali se non quelle che loro stessi hanno 
conosciuto durante l’infanzia, quindi cercano di dare quello che hanno ricevuto…
      E' importante interrompere la spirale dei meccanismi negativi.
Per trarre giovamento dagli errori del passato dobbiamo attivare la strada del
dialogo e del confronto portando alla luce queste tematiche.
        E’ importante che i genitori siano consapevoli del proprio modo di
comportarsi e dei possibili effetti negativi sui propri figli e per aiutare in questo
percorso di consapevolezza sarebbe opportuno che sia i genitori anziani sia i figli
ormai adulti parlassero delle loro emozioni e dei loro sentimenti attraverso l’esame
dei propri comportamenti.
In tal modo, i genitori esplicitando  le motivazioni che li hanno spinti a tali modalità
di azione e il figli dichiarando apertamente le loro sofferenze prodotte dalle carenze
affettive  potrebbero aiutare a prevenire molti errori e sofferenze nelle persone care.
      Per dirla con le parole di Peter Schellenbaum, teologo e psicanalista autore di   
“ La ferita dei non amati” ormai un classico su questo argomento, bisogna   
interrompere lo schema relazionale che si perpetua dai genitori ai figli. 
E’ necessario spezzare il cerchio della ripetitività e aprire il varco a 
nuovi orizzonti e questo accade raggiungendo la consapevolezza 
attraverso l’esame del proprio passato. 
«Ai non amati manca il senso dei cicli critici della propria vita, in quanto rifiutano
di sé tutto ciò che non è perfetto. Riconoscere i modelli energetici e gli schemi che
li inibiscono accresce e affina questo senso. Quando si fa attenzione a questi 
modelli si è presenti a se stessi, senza essere risucchiati nel vortice delle 
frustrazioni sofferte durante l’infanzia, da cui ci si distacca, come abbiamo visto,
dedicandosi a nuove cose, nuove persone»,dice Schellenbaum.
In questo modo, si acquista la forza per affrontare con più risoluzione le difficoltà.
Nel suo libro, Schellenbaum spiega che dal non amore si può uscire attraverso la
rinascita all’Amore, il che vuol dire volgere in positivo il negativo ricevuto. 
Solo così la persona può realizzare il proprio riscatto raggiungendo nel profondo
di se stessa quella scintilla di forza eroica che trasforma i no in sì e che ogni essere
umano possiede, anche il più reietto, anche l’ultimo dei non amati. 

 Tutti possiamo scoprire quanto sia bello e appagante il dono gratuito del proprio amore.

A te donna,  figlia di una madre anaffettiva che ti ha cresciuta a pane e sensi di
colpa, dico che puoi  ben essere orgogliosa di te, puoi ben elevare la tua autostima
e prendere coscienza del tuo valore, della tua grandezza e della tua forza.
Lo spirito della vita appartiene alla donna ed quello che ci da la forza di reagire e di 
andare avanti, è quello che ci fa uscire dai rancori e dai desideri di vendetta, è 
quello che ci fa dedicare tutta la nostra energia a trasformare l’amore non ricevuto
in attenzioni, gentilezza e tenerezza verso gli altri.
E‘ quello che ci ricollega alla nostra condizione ontologica di donna portatrice di vita.

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