BUROCRAZIA VECCHIA E NUOVA: etimologia e significato
Nicolina Rraimondo
Alla parola burocrazia
il vocabolario Sabatini e Coletti recita così: L’insieme degli
uffici nei quali si articola la pubblica amministrazione, degli impiegati che vi
lavorano e delle funzioni da essi assolte.
Fin qui nulla di straordinario perché si parla di un’organizzazione, del resto, necessaria
per la gestione di un settore così vasto quale la pubblica amministrazione di un intero
paese. Il vocabolario prosegue e, quasi spiegando che in uno Stato diviso in regioni,
province e comuni anche la burocrazia diventa regionale, provinciale, comunale,
quindi locale, perché serve i cittadini del posto, come seconda accezione dice: la
burocrazia statale, regionale: il potere acquisito dai funzionari della pubblica
amministrazione”.
Dunque già nella definizione si passa da un luogo, gli uffici, al Potere acquisito dai
funzionari.
Ma quando è accaduto questo passaggio?
Quando i funzionari, in quanto rappresentanti dello Stato, hanno acquisito tale potere?
Chi glielo ha conferito?
L’etimologia ci chiarisce che Burocrazia viene dal francese bureaucratie formata da
bureau "ufficio" e dal greco krátos "potere", essa intende " l'organizzazione di persone
e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di
razionalità, imparzialità e impersonalità” (Wikipedia).
Il dizionario francese, Petit Robert, così spiega il significato della parola:
(Puovoir politique des bureaux; influence abusive de l’administration):
“potere politico degli uffici; influenza abusiva dell’amministrazione”.
Dunque il potere politico si impadronisce di un campo che non dovrebbe essere di sua
competenza compiendo un abuso e quando a questo si aggiunge l’interesse personale
che molti politici perseguono prima e meglio degli interessi dei cittadini e dello Stato,
si pratica, nella vita vera della quotidianità, il significato della parola burocrazia.
Max Weber unendo in modo naturale i due termini etimologici, l’ha definita il "potere
degli uffici": un potere (o, più correttamente, una forma di esercizio del potere) che si
struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una
volta per tutti e immodificabili dall'individuo che ricopre temporaneamente una funzione.
Del resto l’ etimologia ibrida e francofona unendo il francese bureau "ufficio" e il greco
krátos "potere", cosa non abituale nella nostra lingua, rivela la sua tarda origine e la
colloca nel tempo storico dell’impero carolingio, quando, per la vastità del suo impero,
Carlo Magno è stato costretto a delegare poteri e comandi ai suoi rappresentanti.
Nella sua accezione spregiativa indica l’esagerata e pedantesca osservanza dei
regolamenti e delle forme procedurali, specialmente nello svolgimento delle pratiche
amministrative.
E' nel senso figurato che la significazione della parola diventa chiara nella sua massima
estensione teorica e pratica è il tipo di organizzazione inutilmente complicata,
ottusamente ligia alla lettera dei regolamenti, inefficiente”. : Il quadro è chiaro,
l’impalcatura della burocrazia si regge su cinque parole, come sulle dita della mano,
due avverbi e tre aggettivi che indicano un intero mondo. C'è forse un errore?
Perché dice inutilmente complicata quando, invece, noi sappiamo che è
volutamente fatta apposta tale complicazione?
Anche il vocabolario vuole prenderci in giro? Certamente no perché questa è la
prerogativa degli organi di potere che di volta in volta, nell’espressione dei vari governi,
dichiarano e proclamano ad alta voce che snelliranno la burocrazia e invece poi tirano
fuori, come dal cappello del mago, provvedimenti ancora più farraginosi dei precedenti
che mostrano il loro arrovellamento per cercare soluzioni che portano sempre più nel
groviglio del castello degli specchi.
uffici nei quali si articola la pubblica amministrazione, degli impiegati che vi
lavorano e delle funzioni da essi assolte.
Fin qui nulla di straordinario perché si parla di un’organizzazione, del resto, necessaria
per la gestione di un settore così vasto quale la pubblica amministrazione di un intero
paese. Il vocabolario prosegue e, quasi spiegando che in uno Stato diviso in regioni,
province e comuni anche la burocrazia diventa regionale, provinciale, comunale,
quindi locale, perché serve i cittadini del posto, come seconda accezione dice: la
burocrazia statale, regionale: il potere acquisito dai funzionari della pubblica
amministrazione”.
Dunque già nella definizione si passa da un luogo, gli uffici, al Potere acquisito dai
funzionari.
Ma quando è accaduto questo passaggio?
Quando i funzionari, in quanto rappresentanti dello Stato, hanno acquisito tale potere?
Chi glielo ha conferito?
L’etimologia ci chiarisce che Burocrazia viene dal francese bureaucratie formata da
bureau "ufficio" e dal greco krátos "potere", essa intende " l'organizzazione di persone
e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di
razionalità, imparzialità e impersonalità” (Wikipedia).
Il dizionario francese, Petit Robert, così spiega il significato della parola:
(Puovoir politique des bureaux; influence abusive de l’administration):
“potere politico degli uffici; influenza abusiva dell’amministrazione”.
Dunque il potere politico si impadronisce di un campo che non dovrebbe essere di sua
competenza compiendo un abuso e quando a questo si aggiunge l’interesse personale
che molti politici perseguono prima e meglio degli interessi dei cittadini e dello Stato,
si pratica, nella vita vera della quotidianità, il significato della parola burocrazia.
Max Weber unendo in modo naturale i due termini etimologici, l’ha definita il "potere
degli uffici": un potere (o, più correttamente, una forma di esercizio del potere) che si
struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una
volta per tutti e immodificabili dall'individuo che ricopre temporaneamente una funzione.
Del resto l’ etimologia ibrida e francofona unendo il francese bureau "ufficio" e il greco
krátos "potere", cosa non abituale nella nostra lingua, rivela la sua tarda origine e la
colloca nel tempo storico dell’impero carolingio, quando, per la vastità del suo impero,
Carlo Magno è stato costretto a delegare poteri e comandi ai suoi rappresentanti.
Nella sua accezione spregiativa indica l’esagerata e pedantesca osservanza dei
regolamenti e delle forme procedurali, specialmente nello svolgimento delle pratiche
amministrative.
E' nel senso figurato che la significazione della parola diventa chiara nella sua massima
estensione teorica e pratica è il tipo di organizzazione inutilmente complicata,
ottusamente ligia alla lettera dei regolamenti, inefficiente”. : Il quadro è chiaro,
l’impalcatura della burocrazia si regge su cinque parole, come sulle dita della mano,
due avverbi e tre aggettivi che indicano un intero mondo. C'è forse un errore?
Perché dice inutilmente complicata quando, invece, noi sappiamo che è
volutamente fatta apposta tale complicazione?
Anche il vocabolario vuole prenderci in giro? Certamente no perché questa è la
prerogativa degli organi di potere che di volta in volta, nell’espressione dei vari governi,
dichiarano e proclamano ad alta voce che snelliranno la burocrazia e invece poi tirano
fuori, come dal cappello del mago, provvedimenti ancora più farraginosi dei precedenti
che mostrano il loro arrovellamento per cercare soluzioni che portano sempre più nel
groviglio del castello degli specchi.
E
noi, impotenti spettatori e nello stesso tempo attori schiacciati e maltrattati
nell’uso di tale burocrazia, continuiamo
imperterriti a chiederci come sia possibile una tale aberrazione e non vogliamo
ammettere che c’è in tutti i governi la totale assenza di intenzione a voler
migliorare la burocrazia perché semplificarla significherebbe rendere rendere le cose limpide e visibili ed è proprio ciò che essi non vogli ono perché la chiarezza
non consentirebbe loro di continuare ad imbrogliare i cittadini, di continuare
a perpetrare l’uso della corruzione a tutti i livelli. Significherebbe la sparizione dei
padroni e dei privilegi.
(Continua)
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