sabato 29 settembre 2012

IGNORANZA E DIFFERENZA DI GENERE


IGNORANZA E DIFFERENZA DI GENERE

DI  NEVA BIAGIOTTI

Questa è una riflessione un poco sballata, fors’anche proiettiva e se vogliamo un po’ cattivella....
ma che dire... ogni tanto dobbiamo pur concederci qualcosa, qualche piccola, innocua, salutare, liberatoria cattiveria.
Questo per la parte faceta, ma per la parte seria deve essere colmata davvero una ignoranza di visione e scenari per quanto riguarda la differenza di genere, non un’ottusa e livellante parità con la perdita delle risorse del genere d’appartenenza, ma considerando che sia nelle donne che negli uomini c’è un potenziale di umanità, di emozioni e valori che ci danno quel qualcosa in più in una miscela personale, unica e irripetibile. 
Spesso, nella vita di tutti i giorni, molte donne si lamentano con colleghe, amiche, conoscenti dello scarso aiuto fornito dai compagni o altro nell’ambito familiare, nel da fare quotidiano, in seno alla famiglia e certamente dobbiamo considerare ambedue le voci perché questa donna e questo uomo sono in relazione.
Non tutte le compagne chiaramente riferiscono le stesse cose, ci sono uomini con un ottimo senso di solidarietà e di collaborazione, che veramente condividono con le donne l’onore e l’onere della famiglia, uomini capaci di gestire la casa perché abituati a vivere da soli, uomini con madri che li hanno resi liberi mettendoli in condizione di non avere bisogno di una donna nelle faccende domestiche e di accudimento nelle problematiche familiari.
Tanti invece non sanno cuocersi un uovo al tegamino e tantomeno aver cura del loro guardaroba, o tenere in ordine il proprio spazio vitale. Ma chi non sa cuocersi un piatto di pasta o qualunque altra cosa, come pensa di sopravvivere senza il genere femminile? Ristorante a vita se è così fortunato da permetterselo o digiuno assoluto? E se si innamora di una donna che odia cucinare, rinuncia all’amore e privilegia l’appetito saziato? Eh sì, l’ignoranza in pratiche domestiche ti può mettere di fronte a dilemmi drammatici.... meglio un corso di cucina accelerato e semplice, di base.
 Così inizia una conoscenza che fa rima con sopravvivenza e soprattutto con indipendenza.
Questa, cari uomini, è un’ignoranza insidiosa e subdola che lavora nell’ombra verso connubi troppo stretti e soffocanti e fa dimenticare che la dipendenza da una donna va bene solo in tenerissima età, con la propria madre per chiara ed evidente impossibilità di accudirsi essendo nati da poco. Per non parlare di chi in età adulta non è ancora uscito dalla simbiosi con la madre, e di chi cade nella rete insidiosa di una donna che colma queste lacune esercitando potere e oppressione. Vedete quanto è pescoso il terreno del non saper accudirsi? Vedete quanto è deleterio per la libertà e per la fiducia in se stessi? E allora perché indulgere? Forza, alla riscossa... date aria e rispolverate  quell’uomo libero in voi!  
Quando ci sono figli, alcuni uomini non sanno fare loro il bagnetto, né cambiare pannolini o preparare biberon e pappette..... e cos’è questa ignoranza in accudimento della prole? Non siamo mica più ai tempi delle caverne in cui le donne si dedicavano ai figli e alla caverna e l’uomo usciva a cacciare con la clava o con arco e frecce? Molte donne lavorano pur essendo mogli e madri, quindi non c’è bisogno del gran cacciatore perché cibi e vesti se li procurano da sole col proprio stipendio. E come torna bene in questi nostri tempi un poco critici anche lo stipendio della propria compagna! E allora perché non dircelo e riconoscerlo aprendo una nuova parentesi di collaborazione e condivisione di responsabilità familiare? Perché rinunciare e delegare? Rinunce e deleghe avviano percorsi da cui molte volte è faticoso tornare indietro, e a volte l’impegno spaventa e allora recedere diventa impossibile, oppure sono le persone sulle quali sono ricadute la delega così ampia e la rinuncia, a non permettercelo.
 Che possibilità di vita sprecata! Che occasione buttata via con faciloneria, solo perché anche papà, il nonno, il bisnonno, facevano così!
Ma noi non siamo loro e dobbiamo vivere la nostra vita, non la loro vita!
E spesso la donna non solo è lavoratrice, moglie, madre, ma è anche infermiera che assiste in casa, è la ragioniera che cura l’economia, è quella persona che si trova tanti carichi sulle spalle, è il punto di riferimento dei “Dov’è questo?”, “Dov’è quello?”, “Hai visto le mie cose da qualche parte?”.
Benedetto uomo, perchè resti nell’ignorare? Perché non aguzzi la vista? Perché non apri mobili e cassetti e colmi definitivamente questa lacuna? Perché non ti fai una mappa dettagliata?
Se questa improvvisamente muore, compri tutto nuovo, dai calzini in su, o giri nudo? O sei costretto a trovare un’altra persona che ti accudisca e ti permetta di rimanere adagiato in queste lacune informative? Sono lacune informative ma se tu le colmi ed entri nell’ottica del colmarle in modo duraturo e permanente, diventa un’azione formativa in un percorso di liberazione dalla dipendenza da una donna. Buono, no? Perché vendere la propria libertà perché una sappia sempre dove sono i tuoi calzini? In fondo, hai solo due piedi e armadi e cassetti sono solo mobili, non casseforti con la combinazione segreta!
Poi tu uomo, compagno, mi vieni a dire anche che non sai cambiare un pannolino? Togliere una cacca e pulire un culetto? E cosa pensi, che la tua compagna cambiasse pannolini e lavasse culetti già nel grembo materno? No, mio caro... ha imparato: i primi pannolini li ha messi un poco sbilenchi e con una dubbia sigillatura foriera di pericolose fuoriuscite, ma poi ha imparato provando e riprovando ed è diventata così brava che tu l’hai riconosciuta subito come unica esperta in famiglia in questo campo. Se lei ha imparato, ha sopperito con tanti tentativi alla sua ignoranza in cambio-pannolini, perché tu che sei il suo compagno, nonché padre del pargoletto o della pargoletta non puoi fare altrettanto? E se anche lei avesse continuato ad ignorare l’uso corretto dei pannolini, il pargolo o la pargola dovevano smettere di espletare queste funzioni, oppure morire affogati in esse? Qual è il timore? Di sembrare effeminato?
 No, saresti semplicemente un buon compagno che aiuta la sua compagna nella cura del comune figlio o della comune figlia e questo ti spaventa? Fa paura la consapevolezza di essere madri, ma anche padri?
Perché mi obietti che lei è a casa in periodo post partum e tu lavori? Non pensi che per lei a volte sia molto deprimente dedicarsi sempre alle solite cose, magari chiusa in casa? Mai sentito parlare di depressione post partum? Mai sentito parlare di stufarsi di fare di corsa le stesse cose ogni giorno pur volendo un sacco di bene?
Caro il mio uomo ti si apre davanti una bella opportunità: sopperire a queste lacune nel saper accudire, diventare da ignorante in cure dei bambini, il loro padre che si sta impegnando per aiutare la mamma e condividere questa esperienza che appartiene ad ambedue.
 E che bell’esempio da imitare per quel percorso che dall’infanzia va all’età adulta per i figli maschi! Bambini e bambine apprendono per imitazione e allora tu apri loro nuovi scenari, un nuovo ventaglio di possibilità!
E che dire di chi non lava piatti e stoviglie, usati per il pasto, perché a suo dir  non ne è capace? Non occorre essere scienziati per farlo perché bastano acqua, spugnetta e detersivo per i piatti e la sequenza operativa è sempre la solita e vien da sé perché tutti si lavano o almeno si spera! Ma poi questa è un’ignoranza da trasformare in voglia d’imparare perché a volte anche le compagne si ammalano, anche se con tutte quelle cose che fanno dalla mattina alla sera paiono indistruttibili, novelle super woman sempre in prima linea. E se la super woman si ammala? Se deve andare all’ospedale? Se semplicemente si stufa e apre una vertenza che comprende anche ore di sciopero in ore critiche? E se, peggio ancora si carica di rabbia ed esplode? E se questa rabbia non esplode, ma cova e si alimenta dentro, diventa un nucleo di rimuginazione che poi diventa rancore sempre sospeso a mezz’aria?
Che grosso pericolo corre anche l’unione!
Eppure, bastava semplicemente sopperire a quell’ignoranza, colmare quella piccola lacuna, bastava solo pensare anche al benessere altrui, anziché solo al proprio!
E perché questa ignoranza di reciprocità?

Mica è obbligatorio mettere su famiglia... bastava lasciare il posto ad un altro uomo che magari sapeva meglio e più diffusamente cosa un’unione comportava. Va bene, mi stai obiettando che eri innamorato... e allora benedetto uomo cerca di attivarti perché l’amore rimanga e non sfumi nell’astio della fatica unilaterale! Va bene, mi stai obiettando che era innamorata anche lei, e allora cerchiamo di farla rimanere in questo stato di affettività verso te! Era solo innamorata, non pensava mica di farsi due spalle così per reggere tutto il peso.... altrimenti avrebbe fatto pesistica in una palestra specializzata senza sposare te!!
Complicato quando ci troviamo davanti dei compagni rigidamente strutturati o poco legati al concreto o che ricercano la simbiosi con la madre; difficile sarà recedere da idee e sentire ormai stampati nel copione a lettere indelebili e tenere i piedi per terra. Per alcuni la differenza di genere comporta diversità di ruoli senza possibilità di sconfinamento, senza possibilità di un’organizzazione più flessibile ed articolata.
 Per i pigri la demotivazione può essere di casa e figurarsi se uno si attiva per cose del genere!
Ci sono le donne per quelle cose! Ci sono sempre state!...Più dubbio se sempre ci saranno!
Mi chiedo perché molti uomini pensano che le donne siano felici di questa divisione netta dei ruoli, mi chiedo quanta capacità empatica ci sia a volte nelle coppie: sembrava andasse tutto bene e poi invece non va più bene nulla.
Ma la stanchezza dell’uno o dell'altro partner perché non viene mai avvertita? Perché c’è da gridare, scoppiare, andarsene per far capire che si sta davvero esagerando? Perché è così difficile entrare un attimino nei panni altrui? Perché non viene rivelata prima? Perché non se ne può parlare?
Queste cose andrebbero fatte con piacere perché è la famiglia di entrambi: ci sono lavori molto faticosi, con una buona lontananza da casa per cui quando un uomo rientra veramente è stanchissimo, però è importante per la propria compagna saper che c’è disponibilità, anche se verrà rifiutata per rispetto per quelle condizioni di fatica.  Anche le donne arrivano a casa stanche dal lavoro. E’ importante sapere di esserci in quella relazione con le sue articolazioni di famiglia, da ambedue le parti.
Molti uomini rimangono arroccati su posizioni di machismo, le cose per veri uomini e le cose per ometti.... E che vuol dire che un uomo mingherlino e un po’  basso ha meno valore di un tacchino pettoruto con i muscoli in mostra? Pensano che le donne siano così sciocche da non apprezzare i valori e l’umanità di ogni persona? I contenitori umani belli, se non ripieni di buona umanità, prima o poi vengono visti nella giusta luce e alla giusta distanza e considerati involucri vuoti. L’apparenza può ingannare, ma alla lunga rivela la sua superficialità. E saper accudirsi non è solo da donne, è per tutti gli essere umani responsabili e pieni di affetto verso se stessi, che hanno il gusto di stare bene anche da soli apprezzando la propria autonomia e indipendenza. E donne e uomini sono esseri umani.
Quindi via con il riconoscimento della convenienza a saper stare anche da soli!  Via col rispetto per le fatiche domestiche e quotidiane delle proprie compagne, con la condivisione! E alla lunga... via col cambiamento verso relazioni più solidali.   
 

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