mercoledì 16 maggio 2012

L'AMORE

 Nicolina Raimondo
Dare e ricevere amore

Amore e Virtù
L’amore è l’atto supremo della libertà, l’attività umana per eccellenza, mediante la quale una persona sceglie e realizza il bene dell’altro in quanto altro.
Aristotele dice nella “Retorica” che amare è “volere il bene dell’altro”.
Tre elementi,  definiscono l’autentico amore:  il volere, il bene, l’amore.
A) il volere. “Volere è un atto lucido della volontà, che sceglie liberamente; non è né il risultato di un appetito sensibile, né di una convenienza.
“Amare, voler bene, è un atto squisitamente umano, il più umano che si possa compiere, un atto intelligente, volontario e responsabile, a volte faticoso, ma sempre generoso e libero”.
B) il bene, il bene reale, oggettivo, quello che perfeziona la persona che si ama, quello che la rende più persona, più libera, cioè quel bene che  insegna ad amare, ad orientare tutta la sua esistenza al conseguimento del bene in sé e del bene per gli altri, quel bene che dà gioia.
C) l’amore, l’amore cerca il bene dell’altro in quanto altro. “Cerchiamo e realizziamo il bene dell’altro non per motivi soggettivi, personali, propri dell’essere – per me; ma per lui, perché è meritevole di amore”.
Di conseguenza, non per me e neppure solo per il mio bene più apprezzabile ma per loro, per gli altri:perché sono degni di amore,  perché Dio ci ha dotati di un’intrinseca capacità di amare, di calibrare gli istinti.

Dare e ricevere amore
Il valore supremo dell’essere persona è la capacità di amare. Capacità di amore significa che ognuno, in qualità di persona, è in grado di dare se stesso ed è in grado di accogliere l’altro in modo totale e sincero.
Amore è quel movimento di comunicazione che consiste nel dare se stesso e accogliere l’altro in noi.
 Darsi e accogliersi reciprocamente in modo totale e sincero rappresenta la nostra forma di vita suprema
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Esseri dotati di corpo personale

Non si tratta di dare cose che abbiamo, seppure pregevoli ed esclusive. Si tratta di dare quello che siamo: diamo la nostra natura di persone, fornite di corpo “personale”.
Il corpo personale umano ha uno speciale potere di comunicazione che risiede nella sessualità, cioè nel fatto che il corpo umano è allo steso tempo umanità in due modi diversi e complementari: essendo uomo ed essendo donna; non  “maschio” e “femmina”, ma “uomo” e “donna”.
 Questo significato personale  della nostra sessualità non si esaurisce nelle parole “maschio e femmina”, proprie della sessualità del mondo vivente non personale.
Solo gli esseri umani sono uomo e donna, perché solo essi sono spirito incarnato nel corpo sessuato di una persona.    
                            

Il  valore superiore, è il valore che ognuno di noi possiede in quanto essere unico.
 L’eccellenza del valore della persona,  consiste nell’essere un soggetto capace di dare e ricevere amore, generando un rapporto di comunicazione intima, singolare e unica, organizzato in una storia propria, unitaria ed esclusiva.

In questa nostra epoca uomini e donne si frequentano con una intensità di cui non si ha riscontro in altre epoche storiche; le occasioni di contatto sono sempre più numerose sotto ogni forma (scuole, università, luoghi di lavoro, attività turistiche e di svago, società sportive, club, locali, agenzie matrimoniali, luoghi d’incontro virtuali...), eppure vi sono uomini e donne che hanno rimosso e dimenticato cosa sia l’amore. 

Siamo in piena epoca di “anoressia sentimentale”  e “incapacità di amare”, tanto che si può parlare  di una vera e propria pandemia che colpisce, su larghissima scala, tutte le età ed entrambi i sessi, soprattutto nel mondo a modello occidentale.

“L' anoressia sentimentale”  e/o “ l' incapacità di amare” è molto variegata: chi ne è affetto può essere tanto un individuo solitario quanto una persona in apparenza socievole, amante della buona compagnia e dei divertimenti.
 Ma la struttura di fondo del disturbo è la stessa: il bisogno affettivo è rimosso in virtù di una personalità autarchica, chiusa in se stessa, regolata da abitudini e ritmi personali e ogni qual volta la possibilità di amare si apre un varco nella rigida armatura difensiva sorge dal fondo dell’animo in taluni una malinconia profonda, in altri una rabbia cieca e devastante, in altri ancora una fredda razionalità che vede nell’oggetto amato (nella persona che ha penetrato il cuore) solo vizi e difetti e nella nuova opportunità una fonte incessante di dubbi e preoccupazioni. 

A questo punto, l’indifferente può diventare — con   l’incertezza, il disprezzo o il sadismo — un persecutore di colui/colei che ha osato turbare il suo equilibrio

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