martedì 2 luglio 2013

VOLONTA' E ACCETTAZIONE



















LA CAMERA DELLA SIGNORA CHERBRUN

Madame Cherbrun, 92 anni, arzilla e lucida, quella mattina si alzò alle 7, 
si vestì e preparò con cura,  indossò il tailleur delle grandi occasioni.
       Era un  giorno molto importante per lei: lasciava casa sua per andare nella 
casa di riposo.
       Suo marito, l’uomo con il quale aveva condiviso 70 anni della sua vita
 era morto da poco e lei non poteva più stare sola.
       Aspettò pazientemente più di un’ora nella sala d’attesa della struttura. 
Sorrise con dolcezza all’operatore che si avvicinò per dirle che la stanza era pronta.
In ascensore l’infermiere che l’accompagnava le fece una dettagliata descrizione
 della camera: il colore delle pareti, delle lenzuola e delle tende e la descrizione del
 panorama.
- Trovo questo appartamento funzionale e di buon gusto. Sarò senz’altro a mio agio. 
E’ perfetto. Disse M.me Cherbrun con entusiasmo.
- Ma, signora, non avete ancora visto niente. Aspettate di vedere la camera,
moderò l’infermiere.
Non c’entra niente, rispose la vecchietta. La felicità è qualcosa che si decide in 
anticipo.
Il fatto che il mio appartamento mi piaccia non è legato alla grandezza della camera, 
al colore delle pareti, delle lenzuola o delle tende.
 Sono io che decido se questo spazio mi piace oppure no. 
E io voglio che mi piaccia.

Di fronte agli avvenimenti della vita  siamo noi che decidiamo come e se accettarli:
questo fa la differenza della qualità della vita.

Nicolina Raimondo

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