sabato 3 marzo 2012

MITI E FAMIGLIA


Nicolina Raimondo

                    Debito Immaginario e cordone ombelicale nascosto

                    

I miti si rivelano fondamentali per la comprensione di alcuni processi della psiche.
Purtroppo mentre per il mito di Edipo, ormai sviscerato in tutte le sue sfumature, si è sempre parlato tanto che ormai è noto a tutti che bisogna ammazzare “il padre che è dentro di noi” per trovare la propria identità, non è accaduta la stessa cosa  con  la figura della madre uccisa nella tragedia di Oreste.
 Essa rappresenta l’orrore del delitto di un figlio che uccide la madre, spinto da un potente desiderio di vendetta per i crimini da essa commessi: Clitemnestra ha, infatti, ucciso il marito Agamennone, privando del padre i suoi figli, Elettra e Oreste, per vivere impunemente con il suo amante che usurperà il trono.                
Ma è una cosa contro natura accarezzare il fantasma matricida presente in ognuno di noi che mira all’eliminazione, o anche solo al ridimensionamento dell’immagine della madre perfetta e irreprensibile. La madre è sacra e non si tocca. Ciò significa che l’inconscio collettivo e personale si rifiuta di pensare ad un tale ed orribile delitto: ammazzare colei che ci ha dato la vita. Così, ogni persona vive con il peso di un debito immaginario: sua madre gli ha dato la vita e crede di doverla ringraziare conformandosi alle sue aspettative.
Eppure il dramma di Oreste si riproduce oggi in numerose situazioni familiari, in cui vi è una madre onnipresente ed un padre assente. Ma, al di là di tale problema, si può sicuramente affermare che la crescita di ogni bambino passa obbligatoriamente da questo desiderio di morte che, solo, gli permetterà di separarsi da colei che lo ha accolto nel suo grembo.
 È difficile poter snidare il fantasma matricida, in quanto esso è spesso negato e nascosto dai fronzoli dei buoni sentimenti.
Così, ogni persona vive con il peso di un debito immaginario: sua madre gli ha dato la vita e crede di doverla ringraziare conformandosi alle sue aspettative. Ma nel fondo della psiche, sonnecchia comunque questa figura terribile che rischia di risvegliarsi ogni qualvolta si debbano ri-costruire dei legami, quando la vita impone cambiamenti o separazioni.
Molto spesso opporsi a lei per affermare i propri desideri contrari ai suoi è un duplice sacrificio:
-rinunciare all’immagine di figlio ideale/ preferito che riempie di soddisfazione la madre;
- rinunciare alle comodità, al confort materiale  e psicologico di chi fa tutto al posto tuo.
Quando la madre è  “veramente tossica “, troppo protettiva o troppo esigente o troppo rigida si accanisce a tenere il  figlio o la figlia  in una posizione infantile di sottomissione e di inferiorità.
Per liberarsi dalla tirannia di tale madre spesso è necessario allontanarsi fisicamente, frammettendo proprio  distanze chilometriche e prolungate nel tempo, talvolta è necessaria  anche la completa interruzione dei rapporti.
 Alcuni preferiscono andare a studiare in un’altra città, tale scelta non risolve il problema, perché si rimane sempre dipendenti economicamente, lo attenua solamente per un periodo e lo rimanda nel tempo, a volte facendolo diventare più gravoso perché si aggiunge la rabbia, il risentimento, il rancore, il dispiacere per non essere stati riconosciuti poiché non è la separazione fisica che bisogna cercare bensì quella psicologica.
La realtà è che il taglio del cordone ombelicale è doloroso, provoca sensi di colpa, scombussola, fa perdere l’equilibrio, getta ciascuno di noi nell’abisso del nulla nel vuoto infinito sul quale riposa l’enigma della nostra esistenza, infatti, Oreste, una volta commesso il suo crimine, si trova in balia del furore delle Erinni, le dee della vendetta.
Ciò nonostante rimane un passaggio necessario se non si vuole rimanere eterni bambini sul piano psicologico, se si desidera vivere in maniera autonoma e consapevole.
Forse è giunto il momento di “pubblicizzare”in tutte le sue sfumature l’operato di Clitennestra e l’azione di Oreste per aiutare tante persone chiuse nel tabù a venirne fuori, potrebbe aiutare tante mamme a prendere coscienza dei loro rovinosi comportamenti, e tanti figli a prendere le distanze dagli intrighi affettivi delle madri..

Nicolina RaimondoCounselor Trainer

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