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Maria Letizia Di Memmo
Counselor
Scuola di Counseling Relazionale
Prevenire è Possibile
http://www.prepos.it/
La famiglia
Ogni individuo ha il diritto e il dovere di diventare se stesso

L’uomo nasce in famiglia, luogo in cui i figli ricevono dai genitori quei modelli di affettività e di concezione dell’amoreche si stabilizzeranno nell’età adulta.
E’, infatti, nell’infanzia che si costruisce il senso di radicamento, la sicurezza, la stabilità, la solidità e la fermezza del carattere, che rappresentano la base per divenire elastici, flessibili, duttili e creativi.
La famiglia ha il compito primario di soddisfare i bisogni fondamentali dei figli e di farli crescere autonomi e indipendenti.
“Se la famiglia non funziona, i figli soffrono e a loro volta incontrano difficoltà ad amare”, come è chiaramente detto dagli studiosi della famiglia.
Infatti, essa è portatrice di valori che si concretizzano nelle relazioni che intercorrono tra i suoi membri, ma quando le relazioni vengono compromesse a causa di errori nei rapporti interpersonali, diventa un luogo di disvalori e disarmonie che non favoriscono una crescita equilibrata della personalità dei figli e si trasforma in un luogo di sofferenza fatta diprevaricazioni, ricatti affettivi, equivoci, delusioni, logoramento, fastidio e incomprensioni.
Nel nostro tempo è difficile raggiungere la coesione nella famiglia a causa del bisogno di individualità dell’uomo moderno.
Fino a quando non era stata considerata l’individuazione come una possibilità di evoluzione della società e i ruoli erano stabiliti dalla tradizione, è stato possibile conservare l’atteggiamento solidale tra i membri della famiglia; la solidarietà era allora stimata tra i valori più importanti e considerata estremamente necessaria.
Non possiamo dimenticare che fino agli anni ‘50 il mondo è cresciuto lentamente, mentre ora assistiamo a un continuo mutamento e a un’accelerazione mozzafiato, qualcosa di unico nella storia dell’uomo. Questo significa che generazionalmente si è assistito a salti difficilissimi da integrare sul piano psicologico individuale. I figli nati dagli anni ‘90 al 2000, cresciuti senza regole e con fortissime tendenze trasgressive e autodistruttive hanno perso totalmente il rapporto con il passato, la tradizione e i valori solo rinnegati ma non sono ancora sostituiti.
Oggi, la famiglia è in crisi, non incoraggia più i figli all’autonomia, ma tende a mantenere nei loro confronti una situazione di protezione, di appartenenza e di controllo.
Invece, ogni individuo ha il diritto e il dovere di diventare se stesso, di sviluppare la sua personalità; tale principio contribuisce a intensificare le tensioni all’interno della famiglia tanto da diventare insostenibili.
Ma è possibile, coltivare ancora nelle famiglie il valore della solidarietà?
Bruno Bettelheim scrive: “La solidarietà reciproca all’interno della famiglia continua a essere desiderata con la medesima intensità di prima, ma oggi è più difficile da realizzare appunto per la forza delle emozioni e dei conflitti che sorgono tra persone che vivono insieme e sono tese ciascuno a conseguire la propria autonomia”, e sostiene pure che “...l’umanità non ha ancora trovato un modo migliore per allevare i suoi piccoli se non nell’ambito della famiglia, né un’organizzazione più adatta a fornire il benessere emotivo, o una struttura entro la quale il bambino possa più direttamente fare un’esperienza di un rapporto d’intimità, che è ciò che gli darà la sicurezza interiore per tutto il resto della vita”.
Anche lo Psicoterapeuta Vincenzo Masini scrive: “La famiglia, secondo il Modello Transteorico, deve avere come obiettivo quello di costruire un processo di potenziamento delle reti di solidarietà interpersonale e di diminuire la disintegrazione e l’individualismo.
In tal modo, si vuole limitare il processo di costante dispersione degli individui, sempre più distanti gli uni dagli altri come monadi”.
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La famiglia è dove il cuore trova sempre una casa
(Stephen Littleword)
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