lunedì 2 settembre 2013

LE TRE PORTE DELLA SAGGEZZA



 
SECONDA PARTE
Dopo alcuni anni di questa battaglia nella quale conobbe qualche successo ma anche fallimenti 
e resistenze, il principe incontrò il Vecchio Saggio che gli chiese cosa avesse imparato ancora.
Ho imparato disse il principe che ci sono cose che possiamo migliorare, altre che ci resistono e
che non riusciremo a spezzare. Molto bene ,disse  il Vecchio. “si disse il principe, ma io comincio
a essere  stanco di combattere contro tutto, tutti e contro me stesso.
 Questa guerra non finirà mai? Quando troverò la pace? 
 Voglio smettere di combattere, voglio rinunciare, voglio abbandonare tutto, voglio allentare la presa”. 
”E’ proprio la tua prossima tappa, disse il Vecchio, ma prima di andare avanti girati e considera la 
strada che hai percorso". E scomparve. 
Guardando indietro , il principe vide che la terza porta  aveva su quel lato un’iscrizione che diceva 
ACCETTA TE STESSOsi meravigliò di non aver visto questa scritta quando era passato 
sotto la porta nell’altro senso.
“Quando si combatte si diventa ciechi, si disse”.
Vide anche lì per terra sparso intorno a lui tutto quello che aveva  rifiutato e combattuto di se stesso: 
i suoi difetti, le sue ombre, le sue paure, i suoi limiti, e tutte le sue vecchie ossessioni.
Imparò allora/ quindi a riconoscerli, ad accettarli,ad amarli.. Imparò ad amare se stesso senza paragonarsi ad altri,
senza giudicarsi, senza biasimarsi.
Incontrò di nuovo il vecchio che gli chiese cosa avesse imparato e lui rispose:
“Ho imparato che detestare o rifiutare una parte di me  significa condannarmi a non essere mai in accordo con 
me stesso. Ho imparato ad accettarmi totalmente, incondizionatamente così come sono”.
Bene disse il Vecchio,questa è la PRIMA SAGEZZA, ora puoi ripassare la terza porta.
Appena ripassata la porta , il principe vide la facciata posteriore della seconda porta e lesse: 
ACCETTA GLI ALTRI.
Intorno a lui riconobbe tutte le persone che aveva amato e quelle che aveva detestato e rifiutato. 
Quelle che aveva  sostenuto e quelle che aveva combattuto.
Ma con sua grande sorpresa ora era incapace di vedere le loro imperfezioni, 
i loro difetti e tutto ciò che  prima lo aveva infastidito e contro cui aveva 
combattuto.
Ed ecco che incontra di nuovo il vecchio che gli chiede cosa ha imparato.
“Ho imparato che essendo in accordo con me stesso non ho più niente da 
rimproverare agli altri e più niente da temere da loro
Ho imparato   ad amare e accettare gli altri incondizionatamente, totalmente”
rispose il principe.
Bene disse il Vecchio, queta è la SECONDA SAGEZZA. Ora puoi ripassare 
la seconda porta.
Superata la porta , il Principe vide  il lato posteriore della prima porta e lesse 
la scritta: ACCETTA IL MONDO.
Strano che non abbia visto questa scritta quando sono passato la prima volta. 
Guardò intorno a lui e vide il mondo che aveva cercato di conquistare, di 
cambiare, di trasformare. Fu colpito dalla bellezza e dallo splendore di ogni cosa.
Dalla loro perfezione. Era lo stesso mondo di prima. 
Era il mondo che era cambiato oppure il suo sguardo?...
Ed ecco di nuovo il Vecchio che gli chiede cosa ha imparato.
“Ho imparato che il mondo è lo specchio della mia anima, 
Ho imparato che la mia anima non vede il mondo ma si vede nel mondo.  
Quando è gioviale il mondo le sembra allegro.
Quando è oppressa il mondo le sembra triste. 
Il mondo di per sé non è né allegro né triste.
Sta lì, esiste e basta.. Non era il mondo che mi turbava, ma l’idea che io me 
ne facevo.
Ho imparato ad accettarlo totalmente, incondizionatamente.”. Disse il principe.
   
Questa è la  TERZA SAGEZZA  disse il vecchio, “Ora sei d’accordo con te stesso,
 con gli altri e con il mondo”
Un profondo sentimento di pace, di serenità, e di pienezza invase il Principe. 
Il silenzio entrò ad abitare dentro di lui.
“Ora sei pronto a varcare l’ultima soglia quella del passaggio da 
“Il Silenzio della Pienezza “ a  “LA PIENEZZA DEL SILENZIO”.
Disse il vecchio e scomparve.
      
Non è il grado di originalità di una esperienza che la rende straordinaria, 
ma il nostro grado di recettività e la qualità dell’attenzione che decidiamo 
di dedicarle.
E’ lo stato del nostro spirito che da sapore alle cose non ciò che accade intorno a noi.

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